È come vivere in un universo parallelo. Non riconosceresti il tuo mondo, perderesti ogni punto di riferimento. Tu che sei sempre stato così empatico, fisico, aperto a ogni esperienza sociale.
Undici
Undici mesi. Se ne sono andati, vita mia, trecentotrentaquattro giorni senza te. Dove tutto è andato avanti, ma dove per me tutto si è fermato.
Primavera
È arrivata la primavera, e io sono qui, a guardarmi intorno, a cercarti nella speranza di trovarti, effimera illusione di una mamma che vive la sua vita rincorrendo ricordi e disperazione.
Respirandoti
Il mio dolore è nel trovarti ovunque, respirandoti. Ti annuso nei tuoi luoghi, alcuni condivisi, altri sempre rimandati con la promessa del poi.
Sempre tu
Ci provo, mi impegno, mi sforzo violentando la mia anima distrutta, per tornare sempre al punto di partenza. Sempre tu, con me, e il tuo ricordo e la tua mancanza che stronca ogni funzione vitale.
Ferragosto
Per tutti, ma non per noi. Nel giorno in cui l’enfasi estiva si declina alla massima potenza, io e te gongolavamo, identificando il ferragosto come l’inizio della fine dell’estate.
Marciapiedi
Il dolore per mio figlio, infinito e incommensurabile, ha mascherato tutte le altre sofferenze da me patite, ma il ricordo di ogni afflizione resta, per sempre, in qualche angolo del cuore, somma matematica di un fardello che, senza possibilità di scelta, sarò costretta a ospitare per tutta la mia vita.