Due i significati di questa parola, che mi calzano, oggi, come un vestito a pelle. Cinquina, cinque cose uguali come i cinque mesi vissuti in fotocopia da qual maledetto ventisette aprile. E cinquina come schiaffo, il manrovescio che un destino scorretto e disonesto ha impresso nella nostra vita, marchiandone a fuoco la sua impronta.
Giano bifronte
Non so come io riesca in questa impresa, eppure sto imparando ad indossare due facce. Io, Giano bifronte sciagurato. Questa divinità romana rappresentava il passato e il futuro, il tutto e il contrario di tutto. Per me è un’altra storia.
Tra apparenza e sofferenza
Ci sono, sono sempre qui, ancorata a ciò che non è più, anche se vorticosamente imbrigliata nella solita routine che oggi schiaccia maledettamente, per la tua assenza. Vestito a pelle che mai toglierò, scelto da un anonimo maligno, preferenza incognita la sua, per noi, che mi accompagnerà per sempre.
Sempre tu
Ci provo, mi impegno, mi sforzo violentando la mia anima distrutta, per tornare sempre al punto di partenza. Sempre tu, con me, e il tuo ricordo e la tua mancanza che stronca ogni funzione vitale.
The Day After, Tomorrow
Ti guardo nelle foto, e continuo a non ricordare. Quelle foto che ritraggono te da bambino o da adolescente, e tutto mi sembra tanto lontano da non averne quasi menzione. Come ad aver momentaneamente congelato quei momenti che invece con te ricordavamo sempre.