Leggo le parole di tuo fratello, affidate a un post su Instagram. Piango, perché trovo tutto il nostro crudele sopravvivere alla tua assenza, da quattro anni.
Come vivere la perdita di un figlio condividendo pensieri sensazioni rabbia emozioni e ricordi tra terra e cielo
Leggo le parole di tuo fratello, affidate a un post su Instagram. Piango, perché trovo tutto il nostro crudele sopravvivere alla tua assenza, da quattro anni.
Lieve è il dolore che parla. Grande è il dolore muto. Trentuno mesi, e forse inizio a capire cosa mi zavorra.
Più si allontana quel maledetto ventisette aprile del 2018, più la mia rabbia sale. Si alimenta dei giorni vissuti con la tua assenza, colmata di memorie che continuano a fare male.
Sedici anni oggi, il mio primo terremoto affettivo. Mio papà, dieci mesi e un cancro, a prepararmi alla fine, che poi alla fine mai si è preparati.
Inciampo casualmente in questa canzone, all’alba di un’altra sofferta giornata. Tiziano Ferro. Per dirti ciao! Specchiarsi in quelle parole è un nanosecondo.
Il mio dolore è nel trovarti ovunque, respirandoti. Ti annuso nei tuoi luoghi, alcuni condivisi, altri sempre rimandati con la promessa del poi.
Ci siamo, doveva arrivare ed è arrivato. Il tuo primo compleanno vissuto con la tua assenza, senza te. Ho bisogno di nuovo di una bolla, che mi permetta di affrontare questo giorno.
Accorgersi che tutto intorno continua a scorrere, come un copione già scritto ma non letto, da sfogliare giorno dopo giorno e interpretare, improvvisando ogni scena.
Un giorno qualunque la routine interrotta da uno scambio WhatsApp tra zia e nipote. Una promessa che non possiamo più mantenere.