Caro papà, lo so che da trenta mesi mi rivolgo a te con una frequenza diversa. Ma capirai, che la mia disperazione si è spostata irreversibilmente, su mio figlio, tuo nipote.
Io e Giuliana
Due donne, io e lei. A specchiarci nei nostri dolori, che se agli occhi degli altri ci rendono più forti, nel nostro profondo lacerano a lasciarci senza fiato.
Zio Massimo
Dieci anni. Sempre numeri, date che ricorrono e si rincorrono, a spillare un dolore che va avanti senza tempo né spazio, ma che, debolezza umana, dobbiamo in qualche modo circoscrivere.