Parole smarrite

Un messaggio WhatsApp, di quelli con l’immagine. C’è un girasole, una frase che sottolinea la differenza tra le persone belle e le belle persone, e a conclusione un “felice sabato”. Non è importante questo, ma ciò che poi, la mia amica Rosaria ha continuato a scrivere, di suo “…un po’ troppo la parola felice per il momento, ma la ritroverai nel tempo”.

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Cratere

Sono trascorsi due anni ormai, da quella notte del ventiquattro agosto, quando anche noi fummo svegliati dal terremoto. Devastante nelle zone direttamente colpite, onda di propagazione che fece ballare anche i nostri letti.

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Marciapiedi

Il dolore per mio figlio, infinito e incommensurabile, ha mascherato tutte le altre sofferenze da me patite, ma il ricordo di ogni afflizione resta, per sempre, in qualche angolo del cuore, somma matematica di un fardello che, senza possibilità di scelta, sarò costretta a ospitare per tutta la mia vita.

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Non pensavo, ma è arrivato il momento del perché

Non pensavo, ma è arrivato. Credevo di scamparla, di non cadere nella trappola, presunzione vana la mia. Ero convinta non servisse a nulla e perciò lo avevo accantonato, nella ambizione di esserci riuscita, di averlo vinto, di averlo sconfitto a priori. Ero irrazionalmente convinta di poter usare tutta la mia razionalità, per poterlo annientare sul nascere e scrollarlo dai miei pensieri.

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