Parole smarrite

Un messaggio WhatsApp, di quelli con l’immagine. C’è un girasole, una frase che sottolinea la differenza tra le persone belle e le belle persone, e a conclusione un “felice sabato”. Non è importante questo, ma ciò che poi, la mia amica Rosaria ha continuato a scrivere, di suo “…un po’ troppo la parola felice per il momento, ma la ritroverai nel tempo”.

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Sempre tu

Ci provo, mi impegno, mi sforzo violentando la mia anima distrutta, per tornare sempre al punto di partenza. Sempre tu, con me, e il tuo ricordo e la tua mancanza che stronca ogni funzione vitale.

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Non pensavo, ma è arrivato il momento del perché

Non pensavo, ma è arrivato. Credevo di scamparla, di non cadere nella trappola, presunzione vana la mia. Ero convinta non servisse a nulla e perciò lo avevo accantonato, nella ambizione di esserci riuscita, di averlo vinto, di averlo sconfitto a priori. Ero irrazionalmente convinta di poter usare tutta la mia razionalità, per poterlo annientare sul nascere e scrollarlo dai miei pensieri.

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Due mesi

due mesi

Sono passati due mesi, tesorone mio, due mesi da quel maledetto 27 aprile. E io sono qui, immobile nella mia disperazione, a cercare di vivere la tua perpetua assenza. Compito impossibile, almeno credo sia così, ora. Due mesi nei quali una bolla mi ha aiutato ad affrontare l’immediatezza della tua eterna partenza, ma che poi volutamente ho fatto scoppiare, perché troppo mi allontanava da te schermandomi questa infame realtà che per quanto tremenda sia, dovrò imparare ad attaccare.

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