Le parole sono poche, e sempre uguali.
Come vivere la perdita di un figlio condividendo pensieri sensazioni rabbia emozioni e ricordi tra terra e cielo
Guardare una foto come questa, e disperarsi perché oggi vivi quei momenti a metà.
VIXI. Ho vissuto. E tu lo hai fatto vita mia. Quasi a presagire la limitata possibilità a te concessa, assaporando visceralmente ogni istante della tua esistenza.
Educata all’importanza della Pasqua da mia madre, dalla scuola (dalle suore), dal mio cuore, ho sempre vissuto questo giorno come “la festa” in assoluto!
È andato. Il nostro primo Natale con la tua assenza è ormai passato. Altro uno di tutto trascorso tra lacrime ed emozionalità, a crederti al mio fianco, cementando la nostra perpetua lontananza.
Da sette anni ci ha lasciato Marco Simoncelli, Sic come lo chiamavano i fans. Un altro angelo. L’età di Emiliano, forse qualche mese in più, tempo che è riuscito a regalare ai suoi cari.
Avvicinandoci, tutto diventa ancora più difficile da vivere. È un countdown, un conto alla rovescia farcito, impregnato di singhiozzi e di lacrime libere che scendono, senza mio valido comando.
Tempo che passa, tempo che serve, tempo che aiuterà. Oggi la mia amica Rosaria vive il suo undicesimo anno tra terra e cielo, con il suo Giacomo. I nostri soliti confronti, i nostri soliti messaggi WhatsApp.
Ormai queste notizie mi investono, calamita crudele di tragedie infinite. Sempre ragazzi, sempre giovani, spesso, troppo spesso, nello stesso modo in cui la terra si è fatta lieve per il mio Emiliano. Andrea Cotemme, venti anni, ha lasciato questa vita nel suo letto.
Fantazoo, per noi solo Alvaro e Camilla, il bue dalla parlata romanesca e la tartaruga toscanaccia fino al midollo. E ancora la Pimpa, cagnolina bianca a pois rossi, Topolino, fumetto che divoravi. Poi, su tutti, DragonBall… What’s My Destiny DrangonBall.