Eccolo, un nuovo anno da vivere. O da sopravvivere. Ne è passato uno intero, 365 giorni pari pari, primo gennaio trentuno dicembre, senza te.
Buon anno a tutti, di cuore. Ma il mio di anno sarà la fotocopia di quello che sta finendo. A fare i conti con quanto accaduto quel maledetto ventisette aprile 2018.
Che mi ha lasciato al palo, senza ripartenza. A guardare gli altri, riconoscendo la loro fortuna, e la mia malasorte. Che fa crescere rabbia, perché senza ipocrisia, continuo a chiedermi perché a me.
Lasciate ogni consolazione al riguardo, mi dispiace ma ogni tentativo di conforto è partita persa.
Perché le parole sono belle, ma ci sono situazioni nelle quali è meglio tacere.
Buon anno, vita mia. 💝💖💝
p.s.: nella foto, il tuo ultimo ultimo dell’anno vissuto, in quel di Vipiteno… sempre così, vita mia
Questa è la festa più difficile da affrontare. Si festeggia il tempo, ed è un po’ che ormai lo ritengo un avido tiranno. Non è stato magnanimo, bastava continuasse a scorrere anonimo e senza clamori. Invece mi ha riservato, ci ha riservato, attimi che invece che cogliere avrei preferito non vedere mai.
Carpe diem…. perché l’attimo fugge e non torna più…. proprio come le vite spezzate di chi ha avuto troppo poco tempo.
Il nostro tempo non scorre più fluido, ha ingranaggi arrugginiti dalle lacrime e lancette che singhiozzano nel procedere.
L’anno che viene non cambierà il nostro tempo.
Speriamo cambi lui, da tiranno a guaritore.
Niente tornerà, ma forse avremo la forza di dirci “ buon anno”❤️