Sembrava un nido d’infanzia questa mattina la Asl di Vignanello. Piccoli batuffoli imbacuccati per il freddo ad aspettare il loro turno per essere vaccinati.
Li guardo, e inizio a giocare con una bimba di un anno e mezzo, occhi profondi e sorridenti e una solarità immensa che regala a ogni mio sguardo. Contemplo il mio contorno mentre aspetto Angela, la mia psichiatra.
Sono circondata da bambini con le loro mamme, le loro nonne, le loro zie. E la mia mente torna indietro, a quando è stato il mio turno. Emi e i suoi vaccini e poi Leo.
Mi sono scoperta a piangere davanti a perfetti sconosciuti. Una emozione bella e drammatica insieme, a voler riabbracciare certi momenti ma a disperarmi per quanto comunque fanno male.
Ho bisogno di riprendermi. Esco e accendo la mia sigaretta, nella speranza di tornare razionale e allontanare certe emozionalità che mi rendono ancora troppo fragile.
Mi cade lo sguardo su un volantino appeso alla vetrata, e alla data di un appuntamento ormai andato ma rimasto lì, a postuma memoria.
Undici ottobre.
Eccoti, vita mia. Sei qui con me, a dirmi che non devo disperarmi, a dirmi che ci sei, anche in una locandina dimenticata. E da qui questa mattina siamo partite, io e il mio angelo in camice bianco.
A raccontarmi in quella esperienza appena vissuta. E a cercare di cogliere tutte le sfumature leggibili, in quella giostra di emozionalità contrastanti che ormai non mi abbandona, mai.
Ascolto le parole della mia dottoressa, cercando un appiglio che si concretizza quando mi dice che tutto deve scorrere nel suo difficile essere.
Un torrente. Mi immedesimo in un torrente, con i suoi sassi e i suoi rami spezzati a rallentarne il flusso. Alle impervie insenature che sempre quell’acqua deve affrontare, percorso deviato per poi riprendere la giusta via, l’esatto cammino.
È così che mi sento. Un torrente, che ha il suo corso definito, flusso al quale non ci si può sottrarre ma solo lasciarsi andare. Affrontando insidie e difficoltà, incognite e incertezze.
Dove la disperazione ha le fattezze di un masso, sul quale impatti violentemente ma che poi superi, malconcia ma con la consapevolezza che si deve andare avanti.
Oggi, riparto dal mio torrente.
Nella simbologia cristiana l’acqua ha un posto d’eccellenza: “A quanti giungerà quest’acqua, porterà salvezza”.
La salvezza la trovi ogni volta che Emi si mostra, fino a che avrai certezza della sua presenza al tuo fianco, è tuo figlio sempre e comunque.
Ho finito di leggerti e faccio doppio clic per togliere la pagina e si apre il suo album di fotografie!
Un saluto è un buon inizio di giornata.
È sempre pronto, come sempre!❤️