Vivo schermata, da un dolore che mi tiene lontana dalla festa che abbiamo sempre amato. Tutto mi sfiora, in modo impalpabile, a non scuotere più quelle emozionalità che sempre ho vissuto, guardando il mio Natale, i miei trascorsi.
È un velo, trasparente ma pesante nel suo essere, che mi avvolge in una dimensione astratta e distante da quella che è la quotidiana realtà che in questi giorni ho sempre vissuto, fino al nostro ultimo Natale. Ultimo, è una parola che vorrei cancellare dal mio vocabolario.
E invece è ormai una costante nella mia vita. Di tutto, ultimo, con te e per te. E riflettendo, forse è questo che tiene cementata la mia rabbia, al momento ancora immensa per essere domata. Ci sto lavorando però.
Non da sola, sarei presuntuosa anche se ammetto che nell’imminente ero sicura che nessuno avrebbe potuto aiutarmi, convinta che il mio dolore era unico, inspiegabile, e tremendamente opprimente. E invece, e qui torno a quanto già raccontato meno di un mese fa, nel mio aiuto inaspettato, ho salito lo scalino dei pregiudizi e mi sono affidata a due splendide professioniste.
Questo è l’augurio, il mio augurio a tutte le mamme che come me, vivono tra terra e cielo. Trovare il coraggio, si il coraggio di farsi aiutare, che serve quando ti senti completamente annientata da un dolore troppo grande.
Che ti schiaccia e ti allontana dalla realtà, crudele ma pur sempre realtà, che devi imparare a vivere. E io, grazie ai miei due angeli terreni, oggi affronto il mio impalpabile Natale, che devo vivere, comunque vada. Sempre, insieme a te.