Avvicinandoci, tutto diventa ancora più difficile da vivere. È un countdown, un conto alla rovescia farcito, impregnato di singhiozzi e di lacrime libere che scendono, senza mio valido comando.
Immaginavo potesse essere così, ma viverlo riporta a una drammaticità unica, comprensibile solo a chi sta dentro certi drammi. Non è possibile spiegare, non ci sono parole per descrivere quello che si prova.
E la mente torna ai ventitré compleanni vissuti con te. Gli ultimi, a pianificare una cena, che poi rimbalzava tra pasta zucchine e gamberetti e carbonara. La sciarbonnére, come la chiamavi tu, francesizzando un piatto tipicamente romano, a volerlo traslare alla nuovelle cuisine che oggi è tanto di moda.
Non si può far capire cosa si prova. Impossibile commentare cosa vive la mia anima, ferita e lasciata agonizzante, per tutto il resto della mia vita. Attaccata a momenti apparentemente insensati e sciocchi, se vissuti in una quotidianità che ti vede pienamente coinvolta nella vita di tuo figlio.
Ma la mia vita, mi mette di fronte una evanescenza filiale che non tocchi, non vedi, puoi solo pensare e immaginare, in quello che è stato e mai sarà, mai più. Devi traslare l’anima a qualcosa di intangibile, immateriale, astratto, che dovrò imparare a vivere per tutta la mia esistenza, ma che ora mi trova completamente incapace e senza difesa alcuna.
Ieri è passato, con uno sforzo disumano mio e di tua zia, la tua ziona, e non solo. Con lei avevi un rapporto talmente bello, e io ero fiera di questo, tanto orgogliosa. Quando mi parlavi di zia Lori, il tuo volto si illuminava.
Sei stato il suo primo nipote e come tale lei ti ha sempre vissuto. C’è sempre una persona speciale, a richiamare il mio rapporto endemico con mio padre. Ecco, per te zia Lori era questo, amalgamati a dirvi stupidaggini e cose serie, tu a chiederle magliette particolari e vinili che lei cercava per te.
E io soffro anche per questo. Per gli altri affetti troncati nella tua vita, non solo per me.
Ieri il suo compleanno, a chiamare il tuo dopo cinque giorni. È passato. Ora, non ci resta che vivere il tuo. Noi per te, senza te se non nel nostro cuore.
Impareremo, amore mio, dacci solo tempo. E un aiuto, a spostare i nostri giorni a inquadrature diverse, per ritrovarti senza lacrime e patimento.
Buon compleanno amore mio. Già “amore”, così, unitamente ad abbracci infestanti, ci scambiavamo ad ogni nostro incontro l’immenso affetto che ci legava.
Sempre nei miei ricordi Emi.