Domenica scorsa, sulle note di You’ll Never Walk Alone, il tuo Liverpool, il tuo stadio, e gli occhi di tuo fratello gonfi di lacrime…
Non sono stata in grado di fare nulla, di dirgli nulla, di abbracciarlo.
Schermo il mio dolore a evitarne il contagio, ignorando l’esistenza dello stesso dolore nel suo cuore.
Pensando che, nascondendo il mio, possa diventare più leggero il suo.
Sciocca riflessione che cerca di allontanarmi da una realtà che non avrei voluto vivere, che mai avrei immaginato di dover vivere.
È difficile, e lo è sempre di più.
Ynwa vita mia
Chissà perché tendiamo a nascondere il dolore, a volte a negarlo addirittura. Forse proviamo a soffrire di meno? Non penso la strada sia giusta. Poi ferite come questa non si può far finta di non sentirle, o sminuirne la portata. Certo la sensazione è che il petto si schiacci, l’aria diminuisce, è la fisicità del dolore….condiziona anima e corpo, ci si piega sotto il peso. Solo la comprensione propria e di chi ci sta vicino, la condivisione dei ricordi, il riconoscimento del dolore degli altri, vivere da sopravvissuti, forse così si alleggerisce il fardello, o semplicemente ci si aiuta a portarlo. E’ una strada maledettamente tortuosa, imprevedibile, che nessuno vorrebbe percorrere. Va affrontata passo dopo passo, l’importante è provare a non farlo da soli.❤️