È ancora tutto così confuso e irreale, è tornata la mia bolla dove i miei pensieri vagano senza senso.
Altro dolore, che mi ha confermato però quello che in questi quasi sette anni, ho sempre cercato di descrivere.
Il dolore per Emiliano ha azzerato tutto il resto, squarciandomi l’anima.
E il tuo, riconoscendone l’esistenza, sembra più leggero.
Fagocitato, quasi annullandone il peso.
Non eravamo più noi ma eravamo rimasti noi, comunque uniti da un destino bastardo che ci aveva strappato un figlio, e a fare squadra per Leonardo, che ha il diritto di vivere la sua vita, irrimediabilmente già distrutta dalla perdita del fratello, e adesso anche della tua.
Sono sola, ora, a guardare un cielo che mi ha portato via la metà della mia famiglia.
Quella metà della mela che, magari bacata, magari ammaccata, era pur sempre piena di succo per la vita.
Quando mi chiedono “Sonia come sta?” rispondo “dai, sta bene… è tutto meno”.
Non perché non si soffra, ma il dolore è già troppo grande per essere raggiunto.
Non si ha paura, perché la paura, quella che chiude lo stomaco e annebbia la mente, già è stata guardata in faccia.
E ogni giorno è un giorno a cui manca qualcosa, una realtà imperfetta, senza filtri, nuda e soprattutto cruda, ma la mastichiamo comunque, abituandoci un po’ di più all’amaro che la distingue.
E’ un bolo che non si consuma mai del tutto, resta sempre a costituire una scorta di sofferenza pronta per invadere le viscere.
La sola cosa che può aiutare è il bene di chi sta qui a condividere il tempo di questa vita a metà, e soprattutto l’amore per chi sta nell’altra metà del cielo. ❤️