Le notizie di cronaca non aiutano, e riaprono tutta la drammaticità del sopravvivere a un figlio.
Lacrime, già padrone assolute della mia quotidianità, scendono a piangere figli strappati alla vita, al loro futuro, ai loro affetti.
Commozione iniziale, mangiata in un boccone e digerita in un lampo. È una suggestione per tutti troppo lontana dal naturale, per capire davvero.
Solo chi, come me, vive tra terra e cielo, comprende la tragicità del momento, e del divenire che è già quotidianità del sopravvivere all’innaturale.
Si vive nel caos cosmico, senza più oggi né domani ma solo ieri, rimasto bloccato a una data maledetta, che per sempre lacera tutto.
Ynwa, vita mia.
P.S.: altra coppa alzata al cielo dal tuo Liverpool, con la mia convinzione di trovarti sugli spalti, a intonare YNWA con la tua voce stonata, menestrello del mio cuore.