I ricordi non sai più se sono qualcosa che ti appartiene, o qualcosa che hai perso per sempre.
È di Woody Allen, da me fagocitata in un passaggio della fiction Rocco Schiavone.
Riflessione inevitabile, con una sola conclusione: è tutte e due le cose.
I ricordi, i nostri ricordi, sono cuciti sulla mia pelle e sempre mi apparterranno, con la consapevolezza che è qualcosa comunque perduto per sempre.
Perché per noi non ci sarà un nuovo ricordo, vissuto in modo diverso ma uguale. Per noi il tempo si è fermato.
Leggo la storia di tuo fratello su Instagram, e forse lui è ancora più bravo di me a usare le parole per urlare il suo dolore.
Stilettate uniche, diluite nel tempo ma che penetrano nell’anima di una mamma spezzata a metà.
Che piange un figlio che un bastardo destino ha strappato ai suoi abbracci, e si strazia per l’altro figlio sapendo quanto dolore vive da ormai cinque anni, privato del suo amore più grande, quello per suo fratello.
Pochi capiranno il velo invisibile che da quel maledetto 27 aprile di cinque anni fa esiste tra me e tuo fratello.
Impercettibile, impalpabile. È il velo del nostro dolore, che è nostro e nessuno può comprenderlo.
Lo sfioriamo con i nostri abbracci, cerchiamo di ignorarlo quando ci stringiamo, ma sappiamo che è lì, per noi.
Lacrime di piombo, come le definisce tuo fratello. Vero. Maledettamente pesanti ma che scendono silenziose sul mio viso, anche ora che scrivo, anche quando continuo a leggere quello che ha scritto tuo fratello.
Ci manchi amore di mamma. Tanto, troppo.
Ed è con questa mancanza che noi facciamo i conti tutti i giorni.
Ormai, da cinque maledetti e lunghi anni.
Ynwa, vita mia
La giornata volge al termine. Davvero faticosa. È vero che è solo un giorno in più con la tua assenza, ma è il giorno che ha stravolto le nostre vite ponendo fine alla tua. Sono sicura che ognuno di noi ha ripercorso quelle ore, ha ripensato alle terribili parole che ci dicevano cosa era successo. Abbiamo ritrovato i luoghi e i visi di quei momenti che mai avremmo immaginato di dover vivere. Una cronologia maledetta che ripercorriamo ogni anno, quasi a voler dimostrare a noi stessi che il tempo invece è passato, indifferente al nostro dolore.
Da quel giorno siamo così, storditi, a volte fuori dal mondo che sembra addirittura sminuito a guardare cosa sei stato in così poco tempo.
Impossibile trovare un senso, ma se sei sempre qui, nei nostri cuori, allora davvero la morte non ha l’ultima parola.
YNWA ❤️