Sto mangiando biscotti. Li inzuppo nel caffelatte battendoli prima sul tavolo, per far cadere quelle fastidiose briciole di copertura.
È un attimo e i ricordi si accendono. Quando anche tu lo facevi, con tuo fratello che si incazzava e non capiva il motivo di questo tuo battere il biscotto prima di tuffarlo nel bicchiere.
E io e te, a guardarci d’intesa. Uguali anche in molte piccole manie quotidiane.
È questo che manca. Ed è questo che pesa enormemente sulla mia quotidianità.
Un passo avanti per sopravvivere che viene inevitabilmente rallentato dai ricordi, da quelle abitudini, anche bizzarre, che ci univano.
Ci avviciniamo a cinque anni. Razionalmente tanti, emotivamente troppi.
Ynwa, vita mia.
Non mi voglio sbagliare perché ormai non facciamo colazione insieme da tanto tempo, ma anche Diego ha questa fastidiosa mania di battere i biscotti. In questo caso mi schiero con Leo che si sentiva infastidito….ma magari potesse averlo ancora quello e altri mille fastidi che il fratello poteva provocare. Manca tutto, e manca sempre. Anche ieri sul palco pensavo che sarebbe potuto essere lì, in platea, magari col suo occhio sublime, la sua telecamera accesa, e giù a commentare. Mancano in tanti, cerco di portarmeli dietro con mille ricordi e mi riesce piuttosto bene: a fine spettacolo parlavo di papà, del primo libro che vidi riferito ai campi di sterminio, “il flagello della svastica”, era il suo. Che fortuna avere tanti ricordi e poterli raccontare, fanno il presente. ❤️