Lieve è il dolore che parla. Grande è il dolore muto. Trentuno mesi, e forse inizio a capire cosa mi zavorra.
È un dolore troppo grande il mio, immenso e innaturale, che mi porta a non parlare, a non esternare, a non elaborare. E ogni giorno si alimenta di un giorno in più senza te.
Sta per iniziare il periodo che tanto amiamo io e te. Natale. Quest’anno davvero mi sfiora appena, con la quotidianità che viviamo che sembra appesantire ancora di più la tua assenza.
Non ho molte parole.
E quelle che ho ribadiscono solo la mia rabbia ancora troppo grande, e la mia disperazione. Mi concedo un altro po’ di tempo. Chissà, forse lui mi aiuterà.
Ynwa, vita mia. Mi manchi tanto.
Inizio da “buon compleanno papà “.
Ho pensato tanto volte, già quando morì Massimo, e dopo con Emiliano, a come papà avrebbe reagito a questi eventi devastanti.
Sono quasi certa che lo avrebbero segnato più del cancro che se lo è portato via.
Mi ha consolata l’idea che lui non ci fosse già più, e che potesse invece accoglierli, come lui sapeva ben fare, nel luogo dove ora si trovano.
Ma noi siamo mamme, sappiamo generare, lo abbiamo fatto a suo tempo, e continuiamo a farlo generando ancora amore anche e soprattutto verso chi non possiamo più curare nella nostra quotidianità.
Il dolore non ce la farà mai a scalzare l’amore dal cuore, ed il dolore muto è quello che non si mostra, che non pensa di valere di più, è quello che esce sconfitto dalla vita che abbiamo generato e che ameremo per sempre e comunque.
Proprio come con Emi.❤️