Più si allontana quel maledetto ventisette aprile del 2018, più la mia rabbia sale. Si alimenta dei giorni vissuti con la tua assenza, colmata di memorie che continuano a fare male.
È triste quando i ricordi sono legati a una persona che fisicamente non puoi abbracciare, non puoi toccare, non puoi vedere. E se quella persona è tuo figlio, diventa tutto più crudele e disumano.
Tuo fratello, che cerca di farmi ripartire, sputandomi addosso una verità che io so, e che detta da lui fa ancora più male. Io sono ferma a quel maledetto giorno.
Lo so, non deve essere così. Ma mi manca sempre un pezzo. Nel mio sopravvivere, c’è sempre la tua fisica assenza, a zavorrarmi al momento che una mamma mai dovrebbe vivere.
Che condiziona il mio essere, sempre e comunque. Forse, concedendo benevolenza al tempo, prima o poi qualcosa cambierà.
Intanto, ynwa vita mia
Darti una possibilità non vuol dire guarire da questo stato che inevitabilmente condizionerà tutta la tua vita.
Il vuoto sarà per sempre, e anche quando passerai un giorno senza pensarci, quando ti troverai a ridere di cuore come non facevi da tempo, quando viaggerai perché quel posto ti è sempre piaciuto, anche allora sarai una madre che ha perso un figlio, ma sarai forte dell’amore che provi per lui e che lui ti ha lasciato, anzi che ti lascia ogni giorno.
Si è madri, padri, fratelli per sempre e comunque, ma se restiamo nell’amore anziché nella rabbia riconosciamo tutto il bene che ci ha regalato chi non è più qui .
Di questo bene ne siamo ricchi…❤️
Ogni parola è inutile, ogni commento da parte mia superfluo. Conosciamo il nostro dolore. Ma ogni volta che lui torna alla mente ripenso a quegli abbracci a tre, abbracci scemi con Leo ed Emi che ti prendevano nel mezzo e ti facevano ballare con loro…