Diciotto lune, trascorse a guardare le sue facce, a scandire il tempo della tua assenza. Cosi ho cavalcato questi diciotto mesi.
Specchiandomi in una realtà che schiaccia senza pietà. Confusa tra ricordi e rabbia, a cercarti ovunque e a maledire tutto ciò in cui ti trovo. Perché fa male da morire, fare i conti con una esistenza svuotata di te.
Tante belle parole, a volermi confortare su una situazione irreversibilmente compromessa. Ma, senza ipocrisia, noi genitori tra terra e cielo siamo, sine die, compromessi e condannati.
Anche il vocabolario ci nega una pseudo identità, sciocca considerazione questa perché, in fondo, trovarmi in un dizionario non mi avrebbe consolato.
È condizione maledettamente innaturale, ed è impossibile raccontare certi sentimenti. Restiamo così, appesi in una vita mutata , a cercare di sopravvivere a tutto, ma anche al suo contrario.
Mi manchi tanto vita mia.