Tornare indietro, di nuovo, di un anno. Ancora stupide date a susseguirsi in uno stillicidio senza soluzione di continuità. Ti riporto a casa, vita mia. Mamma ti riporta a casa.
Ricordo ogni attimo di quei momenti. Stordita da un dolore indescrivibile, a riabbracciarti in un contenitore color amaranto, bollato di sigillo, che sarà ciò che di te potrò toccare con mano, fino alla fine dei miei giorni.
Rileggo il mio “Azione e Reazione”. Ci ritrovo tutto, a distanza di un anno. Pensieri apparentemente sciocchi, per chi non vive la mia stessa realtà, tra terra e cielo, mi accompagnano quotidianamente. Sei a casa, e questo è ciò che per me conta.
Quasi ancora a proteggerti, a consolarti, a parlarti. Io, mamma chioccia, a cercare di darti calore, in una fredda realtà che ci perseguiterà imperitura. Crudele razionalità di una vita che per noi sarà fatta solo di ricordi, di rabbia, di rimpianti.
Destino bastardo e maligno, a dettarci i modi e i tempi di una esistenza per sempre compromessa. Ma tu sei con me. Sul mobile che ormai è diventato tuo. A cambiarti ninnoli e piccoli oggetti, a voler cadenzare momenti diversi che si susseguono senza tempo, questo tempo che invoco in aiuto.
A sottolineare che ci sei, e sempre ci sarai. In quel piccolo angolo che riempie il mio sopravvivere. Con il Millennium Falcon, che prima troneggiava sulla tua scrivania, a regalarti oggi la tua luce perpetua. E le tue statuine, che bloccano il tempo, orologio della tua vita ormai fermo, a inchiodarti eterno bambinone.
Sei a casa. Egoisticamente, con me. Ma una mamma non può abbandonare suo figlio. Mai. Anche quando resta solo da stringere, una fredda urna cineraria color amaranto.
Leggo e rimango un istante in più “all’orologio della vita fermo, ad inchiodarti eterno bambinone”.
Tante volte quando penso a Massimo provo ad immaginarlo oggi, vicino alla sessantina, ma niente… a parte i capelli bianchi che già coprivano abbondantemente la sua testa, riesce il suo fisico invidiabile, la passione sfrenata, adolescenziale che metteva in quello che faceva, la vita ritmata di una giovane maturità proiettata in avanti.
È rimasto lì, a neanche 47 anni .
È un privilegio nella mia mente: è incorruttibile la sua immagine, e questo sembra “santificarlo”, gli eroi son tutti giovani e belli!
E così sarà per Emiliano, non invecchierà mai nella nostra mente, non riusciremo a pensarlo imbiancato, magari calvo visti i casi in famiglia, o con i malanni dell’età che avanza, appesantito dalla vita.
La nostra si, è appesantita dalla loro assenza terrena.
Ma abbiamo i nostri eroi, giovani e belli, e gli eroi ci guidano ed indicano la strada.❤️