Ci siamo vita mia. Un anno è trascorso, maledettamente vuoto di te. È andato, fiume pieno di rabbia e disperazione, con me seduta sulla riva, fonte inesauribile di lacrime sorgive.
Eterno sliding doors, a chiedermi se la metropolitana della tua esistenza, poteva anticipare o posticipare la chiusura della porta della tua vita, cambiando quel destino che si è beffato di te, di noi.
Un istante, solo un istante, che ha deciso tutto. Senza alternativa, negata alla tua esistenza. Nessun compromesso, nessun appello ma solo una sentenza, definitiva e inoppugnabile, giudizio in Cassazione del tuo vivere.
A negarti di continuare la tua vita, e a inchiodarmi in un eterno vuoto cosmico. Dove tutto continua a scorrere, ma dove tutto sembra essersi fermato a un anno fa.
Spettatrice immobile a mimare una quotidianità che gira intorno alla tua presenza, immaterialità da togliere il fiato, ogni volta che la si sfiora.
Un anno, tesoro mio, che ti cerco senza poterti abbracciare, pur trovandoti in ogni mio respiro. Imparerò, non lo so. Continuo a invocare tempo, unico silenzioso amico che senza fare domande potrebbe fornire risposte.
Ma a volte temo non ne abbia per me. Condannandomi a una continua esistenza votata alla ricerca di qualcosa che mai più sarà.
Mi manchi vita mia. E questa continua a essere la mia unica certezza. Ormai da un anno.
Ancora non era successo nulla e stavamo vivendo una delle consuete intense ma vive giornate di lavoro. Poi in auto tornando verso l’ufficio una telefonata di Massimiliano che mai avrei voluto ricevere e che lui mai si sarebbe dovuto trovare costretto a fare : “prepara Sonia”. Tra lacrime e peripezie nel traffico pensavo egoisticamente “a me chi mi prepara”. Poi la risalita veloce tra pianti intensi e ancora increduli fino ad arrivare lì in tempo per accarezzarlo. Bello come lui era e non solo fuori ma soprattutto dentro. Mi piace dire che ci amavamo perché le nostre manifestazione di affetto quando ci incontravamo erano nel limite della decenza. Oggi questo accade con Leonardo. Emi è stato un anno lungo e difficile aiutaci a continuare con serenità ma sempre nel tuo ricordo che meriti. Un abbraccio da Romu…
Ciao Emiliano, mi unisco a chi ti ha già lasciato i propri pensieri di affetto. Conosco la tua mamma, con cui ci scambiamo il buongiorno tutte le mattine al lavoro e ora conosco anche un po’ più di te. Sono sicura che anche tu come le persone a noi più care, non sei andato via, no, sei solo nella stanza accanto e anche se non possiamo toccarti sei sempre presente nel cuore e nell’anima di chi ti vuole bene. Anche io porto sempre dentro di me la mia mamma, perché l’amore quel sentimento profondo che unisce le persone, quando c’è non si dissolve, rimane attaccato come una seconda pelle e diventa energia di vita. Poi abbiamo un’altra cosa in comune che unisce il mio pensiero al tuo ricordo…te ne parlerò quando riuscirò ad esprimermi. Abbi cura di te Emiliano
Cara Sonia,
Con le lacrime agli occhi ho letto queste tue pagine, scoperte per caso, dopo una notte in cui ho sognato Emiliano. Un Emiliano bambino, che, gioioso, giocava con i miei bambini nel nostro giardino.
Io non sono brava con le parole, tanto meno per esprimere il mio sentire. Colgo l’occasione data dall’incontro con questo ‘spazio’ solo per dirti che io e Fabio pensiamo tanto a Emi, a te, a Massi e a Leo, e che le nostre preghiere sono per voi, forse incapaci a fare di più, nel timore di essere di troppo, noi presenze purtroppo fugaci e incostanti nella vostra vita, o di disturbo di fronte ad un dolore così grande, quasi paralizzati dall’idea di poter anche solo intuire quanto devastante sia la prova che la vita vi ha messo di fronte.
Emiliano è stato il Primo bambino a chiamarmi zia e a rubarmi il cuore e io nel mio piccolo lo porterò sempre dentro di me con il suo disarmante sorriso.
Ti abbraccio
Paola