Ci siamo vita mia. Il nostro uno di tutto termina con la Pasqua. Sono trascorsi ormai tutti i compleanni senza te, il Natale e ora la Pasqua.
Uno di tutto sfogliato nel dolore che forse muterà nella sua apparenza, ma che resterà terribilmente pesante da respirare. L’ultimo uno di tutto che ci traghetterà al nostro primo. Al nostro primo anno fatto di assenza, lontananza, lacrime e rabbia.
Sarà un soffio e saremo catapultati al ventisette aprile, quando tutto si azzererà per ricominciare nuovamente un altro conteggio, un’altra “stecca”.
La Pasqua, con il suo significato profondamente cristiano, dovrebbe sostenere questo mio dolore. Ma nella circostanza, continuo a fare fatica, mio limite umano. Perché non trovo conforto al momento, ma solo scolorite emozioni che rimarcano un vuoto perenne.
È guardare un arcobaleno con la consapevolezza della sua bellezza che non riesco però a cogliere. Impalpabile suggestione di cui vorrei godere, ma che risulta filtrata da una sofferenza che sbiadisce i colori.
E capire che, i colori della mia vita siete te e tuo fratello, e scoprire che oggi, alla mia tavolozza, mancano le tue tinte, che dovrò inventare sfumando quell’arcobaleno che oggi riconosco a metà.
Buona Pasqua, vita mia.