È arrivata la primavera, e io sono qui, a guardarmi intorno, a cercarti nella speranza di trovarti, effimera illusione di una mamma che vive la sua vita rincorrendo ricordi e disperazione.
Imparerò, continuo a ripetermi, cantilena perpetua a scandire le mie giornate. Ma ora riesco solo a cogliere la tua mancanza, cementata nelle vene. Il tuo sorriso, le tue parole, il tuo essere.
Mi manchi, vita mia, e non ci sarà primavera, non più, perché rinascere senza te è per me impossibile. Non sto gettando la spugna, è solo prendere atto di una realtà crudele che mi perseguiterà all’infinito.
Una mamma, che vive come me tra terra e cielo, ha detto che noi siamo come un uccello con una sola ala. Si vola basso, e con fatica, ma si continua a volare. Specchiarmi in quelle parole è stato un attimo.
Volerò basso, non potrò fare altrimenti. Ma sarà come prendere la patente di guida, dovrò imparare. E ora, sono ancora una dilettante, che non sa guardare oltre il suo dolore.
Mi manchi vita mia, anche nel sole che risplende e in un prato coperto di piccole margherite bianche. Le vedo, e il mio pensiero arriva a te. Sottile filo che continua, indissolubilmente, a scandire il mio dolore.
Tornando a casa dal lavoro, salgo in macchina ed è caldo, c’è il sole, canto…” è schioppata primavera, e la guerra d’amore a Roma comincia già”….
In un attimo mi trovo in cucina a casa di mamma a cantare con Emi “i sette re di Roma”.
Piango, come avviene sempre quando lui spunta all’improvviso, proprio come la primavera che mi trovo intorno e che subito penso che non vedrà.
Poi però mi rimprovero, perché se l’abbiamo cantata insieme, l’abbiamo vista, sentita, trascorsa insieme!
Allora lascio che il sole faccia il suo lavoro, che mi scaldi anche il cuore, perché possa sussultare ancora ogni volta che Emi arriva improvvisamente come a dirmi “a zì oggi vengo a Roma, ma un panino col prosciutto al volo?”….
e schioppava primavera.❤️