Ci sono, sono sempre qui, ma su pagine bianche. Bianche come vedo la mia vita, sbiadita da un destino infame. Bianca, per ora.
Ma sto provando a ritrovare dei colori, magari inizialmente solo pastellati, per cercare di riaccendere un motore che si è inceppato, quel maledetto ventisette aprile, ormai dello scorso disonesto anno.
E forse, la chiave di questa mia scolorita visione, è che tra quindici giorni saranno dieci mesi che vivo la tua assenza.
Dieci mesi, e un attimo e sarà un anno. Il nostro primo criminale anniversario, che però porterà inevitabilmente a tirare le somme. E le mie, hanno tutte un segno meno davanti.
E non potrebbe essere altrimenti.
Sposto lo sguardo, metto a fuoco puntando la mia inquadratura su te da ritrovare. È un’altalena di momenti vissuti rincorrendo un punto lontano che sembra non avvicinarsi, mai.
E tra fatica e pianti, cerco di mettere a fuoco immagini di quotidianità come forse avresti voluto tu, vita mia. Continuando a cercarti. Reinventandoci.
Il cammino è lungo, anzi è la vita.
Troverà connotazioni diverse, porterà il sorriso della consolazione o l’ennesimo pianto.
L’importa è andare avanti, vivere la vita, farsi vita per chi cammina con noi, qui e in cielo.
Abbiamo giorni da ricordare, feste, regali, banale normalità, litigi e perdoni.
Sussulti al cuore per un obiettivo centrato e sostegno materno per un fallimento da consolare.
La strada percorsa insieme non ci basta.
Perché quando si ricevono doni a piene mani non si vuole rinunciare, non si può.
E i doni che abbiamo ricevuto erano totali, senza interessi, dati solo per l’amore che li muoveva.
Non mi piace parlare al passato e per fortuna posso non farlo perché tutto quello che abbiamo ricevuto è qui con noi, e muove gli angoli della mia bocca quando solo ci ripenso.
Eccolo il dono, quello eterno, che non ci abbandonerà mai, che renderà più facile sopportare la fatica di un cammino a metà tra cielo e terra.❤️