Il mio dolore è nel trovarti ovunque, respirandoti. Ti annuso nei tuoi luoghi, alcuni condivisi, altri sempre rimandati con la promessa del poi.
Quel poi che a noi è stato negato, vita mia, cancellato in un nanosecondo senza un perché. Centrifuga di emozione, che mi regala la consapevolezza che tu sei sempre con me, ma che fa crescere la rabbia, del non averti qui con me.
Devo imparare a razionalizzarla. Ma è impresa improba, e di tutta una vita. Perché malgrado i buoni propositi, non si può ammorbidire questo velenoso sentimento, che ti schiaccia a terra senza possibilità di reazione.
Un figlio è la vita, la speranza, il futuro, i sogni, le aspettative, i desideri. Oggi, vivo tutto a metà. E a volte quella metà non riesce a prevalere sulla sensazione di sconforto e di angoscia che viaggia, pallina impazzita, nella mia anima.
Mi ripeto che ce la farò, dovrò trovare una nuova inquadratura, tu mio maestro. Al momento, devo abituarmi a convivere con questa altalena di emozioni.
Imparerò di nuovo a camminare. Per ora gattono, giorno dopo giorno, cercando in te appigli a cui aggrapparmi.