Mancano ormai davvero pochi giorni, al nostro primo Natale da vivere con la tua assenza. Ci sei, lo so, sempre con me, ma mi manca, da morire, il tuo contatto, il tuo essere qui anche per me.
Inizio a cogliere quei segnali che prima mi apparivano come sciocchi e stupidi convincimenti, coercizione illusoria di una mancanza troppo profonda e innaturale da vivere.
Ero convinta che tutto ciò che intorno a me potevo respirare di te, era solo uno insensato inganno. Fino a quando, mercoledì mattina, ho perso tanto tempo a cercare il tuo anello, nella tormentata angoscia di averlo perso, e con lui di nuovo te.
Alle cinque e venti di mattina la mia disperazione mi ha portato a cercarti ovunque, fregandomene del tempo che passava, del mio ritardo per andare al lavoro. Solo tu, amore mio, e avrei continuato a cercare il tuo anello, a mettere a soqquadro la mia stanza.
E invece… quell’anello si era incastrato alla corona di Sora, il personaggio del videogioco Kingdom Hearts che tu hai sempre amato tanto. Quel ciondolo, a incastrare il tuo anello. E la collana che lo tiene, già al mio collo, insieme all’altra, quella con la tua immensa foto che era del tuo libretto universitario.
Ti avevo con me. L’ho voluto leggere come un tuo messaggio per Natale: anche quando credi di avermi perso per sempre, guardati intorno, mamma, e io sono lì con te, sempre.
Ci sto provando, vita mia, mi sto impegnando, anche se non so quanto io stia riuscendo in questa titanica impresa.
È come il vento con le montagne, a scolpirle nel tempo. È il tuo respiro presente che cerca di modellare la mia anima, e io posso solo tragicamente godere di tutto questo, cercando di plasmare il mio dolore. Per arrivare a viverti, in ogni tua espressione.
La mia speranza sotto le foglie
Il tuo cuore è certo di averlo vicino, e questa è l’unica verità che conta.
Ieri ho sentito dire ad un sacerdote che “ se ti troverai nella sventura e ti sentirai sereno, allora Gesù è nato in te”. La consapevolezza della fede è un traguardo molto difficile, ma la carezza di un figlio nato al cielo, quella la vivi ogni giorno. Riesci ancora a nutrirti del suo amore, quello che accade te lo indica e sottolinea! Ciò che la sua piccola vita ha generato è un moto perpetuo di amore, bene, stima, riconoscimenti inaspettati. Pensaci….. pensa a quanto le persone che hanno fatto insieme a lui anche solo un pezzetto del suo cammino terreno, vogliono tenerselo vicino, davanti agli occhi di un paese intero perché tra trenta anni un bimbetto che si iscriverà alla scuola calcio potrà chiedere a suo padre: ma chi era ‘sto Emiliano Morelli?”.
Solo 23 anni e tutto questo!
Volevano rassicurarmi dicendomi che “forse la missione di Emiliano sulla terra era finita ….”. Siamo soliti dire che non è la quantità di tempo, ma la qualità che connota i rapporti.
Allora Emi ha saputo dare il di più che nessuno dona, ha inconsapevolmente svolto una missione da suggellare, e non ancora soddisfatto continua a riempire i nostri giorni con la sua amorevole, rassicurante presenza!
Se tutto questo è nei nostri cuori, allora è Natale!❤️