Questa mattina, solita passeggiata con il nostro cane Poldo. Mi trascina sotto un albero, quello che dalla finestra sempre guardavamo. Una pioggia di foglie, di un colore marrone brillante, ha iniziato a cadere, a investirmi nel suo delicato essere.
Guardo in alto. La chioma dell’albero quasi spoglio lascia trasparire un cielo azzurro e un sole, ancora timido ma già pieno di calore. Mi lascio andare a un pensiero, pieno di angoscia ma anche di consolazione.
La speranza sotto le foglie. Ho iniziato a elaborare il significato di questa frase. Inevitabili lacrime hanno rigato il mio viso, scavato da un dolore che mai finirà se non con il mio ultimo respiro terreno.
Ma quelle lacrime questa mattina erano scaldate da un filo di speranza, sottile come la leggerezza di quelle foglie che continuavano a scendere, quasi ad aver scelto il momento, quasi ad aspettarmi.
È difficile, tutto tremendamente difficile. È tutto da vivere, in un percorso lungo, forse, una vita. Ma la speranza, quella sotto le foglie, dovrò trovare il modo di raccoglierla. E forse questa mattina ho iniziato a vivere il mio tentennante preludio.
Che si, vacilla e continuerà a farlo, ora più che mai almeno fino al mio uno di tutto. Ma si è palesata, a indicarmi forse un cammino. Lungo, amaro, funesto e tortuoso, ma da percorrere.
Nella certezza di non essere sola, anche solo accompagnata dalla speranza sotto le foglie. Da cercare, ma che è lì. Per me, e per tutti coloro che, come me, vivono tra terra e cielo.
Quando lasciamo fare il suo lavoro alla speranza, il dolore può rivelarsi meraviglia. Sempre più ci meravigliamo di quante volte ritroviamo Emiliano nei nostri giorni, nelle foglie che cadono, nelle api che volano, nelle mani tese ad aiutarci nel momento giusto, nel cuore che continua a pompare amore desideroso di farlo ancora e per sempre. La strada come dici è lunga, in salita, e per affrontare un viaggio così impegnativo bisogna equipaggiarsi solo dell’essenziale, abbandonare il superfluo, riconoscere chi può contribuire e salire con noi. Perché la meta è importante, ma il cammino non lo è meno. Allora ogni sosta serve per ripensare e programmare e ripartire. L’unico motore però è l’amore che mettiamo nella nostra vita, linfa vitale che salva dalla morte, e grazie a Dio ne siamo ricchi! E come già mi aveva raccomandato mio nipote…. preparazione atletica per arrivare in cima!❤️