Un commento che trafigge l’anima. Due stilettate, due altri affetti riproposti in poche righe, che affondano nei sentimenti più profondi. Massimo e Letizia. E voglio raccontare di loro, che sempre fanno parte della mia vita tra terra e cielo.
Massimo è lo zio di Emi, suo stesso destino a quarantasette anni, causa nella definizione clinica diversa ma dinamica simile. In strada, in una giornata qualunque, iniziata sempre nella stessa quotidianità.
Un semaforo rosso, a bloccare in quel momento non solo il traffico caotico di Roma ma anche la sua vita. Proiettata in un futuro accanto a mia sorella e alle mie due nipoti, le sue bambine.
Destino bastardo anche per lui, a stroncare la sua vita ma anche quella di chi resta, perché si rimane immobili a cercare di capire, tentando di trovare una risposta nella consapevolezza che mai ci sarà.
Ma di Massimo ne parlerò di nuovo avvicinandomi al Natale, lui Babbo Natale non solo per Emi ma anche per l’altro suo nipote, giro di case a regalare ai piccoli di famiglia un attimo magico che solo un bambino a Natale sa vivere.
Letizia è la mia amica, per Emi un’altra zia. La nostra amicizia è nata contemporaneamente a una durissima prova che la vita le aveva messo di fronte.
Tanti i suoi momenti di sconforto, dai quali è sempre uscita vincente, me a guardarla e a chiedermi dove potesse trovare tanta energia, che trasmetteva anche agli altri.
È vero, nel dolore la condivisione diventa importante, e gli affetti si rafforzano completandosi di un vigore che va oltre a sciocchi convenzionalismi.
Anche per lei, una sorte crudele, che l’ha strappata nel giro di poche ore, in una nottata maledetta, al suo contorno pieno di amore, e alla sua vita, semplice ma piena di dolcezza e di positività.
Una diagnosi di quelle difficili da dire, malattia rara che aveva deciso di palesarsi in una persona rara, anzi unica nel suo essere. Perché Letizia amava la vita, esplosione di gioia e positività, rafforzata forse proprio da quello che aveva vissuto.
E questo entusiasmo lo regalava, generosa creatura, senza chiedere nulla in cambio. Destini capovolti i nostri, io a metà tra terra e cielo, lei a metà tra cielo e terra.
Di lei mi resta questo: immensa Letizia, di nome e di fatto, e, tra altre, questa foto, di venticinque anni fa.
Grazie Sonia un ricordo semplice come era lei la moglie e la madre che tutti vorrebbero scusa non riesco a scrivere altro un abbraccione forte forte