Non trovo luce, rileggendo quanto finora affidato a fogli word virtualmente pubblicati senza presunzione, ma dove invece la leggo, tutta.
Presunzione, la mia, di poter condividere qualcosa che invece è evidentemente troppo intimo e doloroso per altri, presunzione di veder riconosciuto questo spazio, dimensione parallela in una vita tagliata a metà, tra terra e cielo.
Cibernauta per disperazione, io che fino allo scorso trentuno dicembre ero “assente ingiustificata” anche su WhatsApp, mio ultimo regalo a te, tesoro mio, confezionato da tuo fratello per te, che ti sei visto arrivare il mio primo messaggio con stupore, riversato tutto nel tuo primo a me.
Ma io continuerò, giocoforza di un modo per cercare di elaborare il mio stato d’animo, nella speranza che prima o poi si affacci, anche solo per curiosità, un altro cibernauta non necessariamente improvvisato come me, che abbia voglia anche solo di condividere un pezzettino delle sue emozioni con una mamma che, scioccamente, affida le sue, di emozioni, a un mondo virtuale.
Me lo hai chiesto, e l’ho promesso: tua scrittrice, per sempre. Magari, con una nuova messa a fuoco, della nostra vita.