Sempre gli stessi, ormai da più di tre mesi. Pensieri, che si rincorrono, giostra inarrestabile nella mia mente ormai screditata dalla tua assenza. I giorni trascorrono invariabilmente, fotocopia di una esistenza recisa.
Sembro entrata in un cerchio, stregato e non magico, dove tutto gira intorno a quanto accaduto, ignorando l’esistenza di una pozione magica, che possa rompere questo maleficio.
Crudele favola di una vita, la nostra vita, dove l’epilogo più disumano era stato scritto. Termine ultimo, senza appello alcuno, a compiere l’estremo atto, il più tragico e senza ritorno, a proiettare la tua vita in un’altra dimensione, sconosciuta, lontana, che al momento non riesco a immaginare, risultandomi solo pesante, troppo pesante per me, tra terra e cielo.
Continuerà così, inarrestabile dolore di una vita compromessa per sempre. A seguitare a cercarti, altra inquadratura di vita ormai offuscata, angolazione diversa di una esistenza già scritta.
Sfocate immagini, le mie, che dovrò imparare a mettere a fuoco. Tua eccellente inclinazione, mio improbabile e improvvisato lavoro, di tutta una vita.