La mia prima fase, quella della bolla, è ormai passata. È scoppiata e mi ha lasciato sola. Ma quella è stata la condizione che mi ha allontanato dalla realtà, l’ho cacciata io, a ragione, almeno a mia ragione. Non potevo vivere in quel modo, inglobata in una dimensione lontana, diversa dalla verità.
È stata lei ad accompagnarmi nell’immediato, e dovrò comunque ringraziarla. Lei, la mia bolla che ha lavorato giorno e notte per proteggermi, ignorando che il suo lavoro sarebbe finito, abbandonandomi a un destino prestabilito. Una compagna di viaggio, per un cammino prefissato e limitato al tempo che io ho ritenuto di dovergli dare. Sapevo che l’avrei cacciata, ma l’ho usata, egoisticamente sono ricorsa a lei, per fuggire dal mio iniziale dolore.
Ora sono entrata nella mia fase due, e mi accorgo che è solo l’inizio. Sono entrata dalla porta principale, chi vive come me tra terra e cielo non ha scorciatoie ma solo strade tracciate terribilmente da una sorte maledettamente crudele. Mi accorgo che non ci sono espedienti per saltare qualche ostacolo, tutto deve essere sconfitto facendo i conti solo con me stessa, ed è arrivato il momento di iniziare.
È giunto il tempo della consapevolezza. Tutto mi riporta a mio figlio. Un oggetto, un odore, un sapore, un gesto, una frase, un colore… Ci siamo, ora è il periodo della coscienza, bastarda e infame, che si impossesserà di me, fino al più piccolo e nascosto angolo della mia anima, già tanto fragile. Anche lei, come la mia bolla, farà bene il suo lavoro. Certamente non si nasconderà ma anzi si paleserà, spietata e disumana, a svolgere diligentemente e imperterritamente il suo compito.
Sarà fermamente sicura di doversi comportare in questo modo, e non mollerà la presa, non avrà pietà. Mi darà il buongiorno e la buonanotte, e mi accompagnerà tutta la giornata, presenza non voluta ma decretata ad autoinvitarsi, nella mia quotidianità, senza lasciarmi scelta alcuna. Ci sono dentro, ed è solo l’inizio.
Sarà il mio nemico crudele, che non mi riserverà compassione ma che massacrerà ogni mio respiro. E come ogni perfida creatura, infonde paura soprattutto all’inizio, soprattutto se ne ignori le mosse successive.
Imparerò a conoscerla, chissà forse col tempo, e forse riuscirò a studiare una tattica, che mi permetterà quantomeno di arginare i suoi attacchi. Ma al momento, sta vincendo su tutto lei. Non ch’io abbia la presunzione di vincere un giorno, questa è una guerra persa in partenza, è la sconfitta della mia vita, e ne sono profondamente cosciente.
Potrò però, forse, cercare di arginare i suoi colpi micidiali, magari guardando di nuovo le tue foto senza piangere, o magari addolcendo i ricordi che adesso appaiono troppo amari per essere anche solo sfiorati col pensiero. Ricordi che mi riportano a ciò che è stato, e che mai ora potrà più essere.
Sarà la terza fase, quella alla quale dovrò arrivare da sola, perché nessuno può aiutarmi a riprogrammare la mia vita, la mia vita a metà, tra terra e cielo.